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perché | riflessioni a 360°


 

Cosa cambia, cosa rimane. Prospettive. Anche per il Web

   New York, 1937Ho ritrovato su un catalogo una bella foto di Karl M. Mydans del 1937 (New York city skyline - per i curiosi venduta per 14.000.000 di lire ad un'asta di Christie's, a New York, nel 2000). Il panorama è bello, equilibrato, perfetto; sembra che non manchi niente, che non sia necessario aggiungere altro.
   Nel 1966 iniziò la costruzione degli allora più alti grattacieli del mondo e dall'inizio degli anni 70 il panorama era cambiato, nuovamente perfetto e unico, come lo abbiamo tante volte visto nei film o, qualcuno, di persona. Sappiamo tutti cosa è successo dopo. Ora che le due torri non ci sono più, tutti concordano che al panorama manchi qualcosa. In effetti è così, anche se molti potranno sostenere che il panorama del 1937 era altrettanto, se non addirittura più bello: l'uomo può avere tempi
lunghi di adattamento ai cambiamenti di "certezze consolidate".
una nave nel cielo Un'immagine che rappresenta bene come l'uomo sia abitudinario nell'avere un punto di vista fisso e rigido è Coral sea (di Robert Mapplethorpe, ben più noto per le sue immagini di corpi scultorei - una foto del 1983, venduta a Londra, da Christie's, nel 2000 per 35.000.000 di lire); ciò che si vede è una nave quasi persa nell'enorme cielo sovrastante. Una nave senza un mare da navigare, da esplorare e su cui appoggiarsi. Nell'ottica del normale osservatore manca qualcosa e tutti, facendo la stessa foto, avrebbero senz'altro inquadrato anche un po' del mare su cui galleggia la nave, che nella foto non si vede ma tutti sanno che c'è. La foto fornisce anche almeno due spunti interessanti: il primo è che ci può essere qualcosa di originale, di creativo e di nuovo anche nelle cose più semplici e apparentemente scontate; l'altro è che le profondità da esplorare non dipendono solo dai fatti oggettivi ma anche dall'approccio dell'osservatore. In questa foto ci si può vedere anche molto di quanto, in vari ambiti, sta avvenendo sul Web: c'è un mare infinito da esplorare (o navigare, se preferite) e si resta invece sempre in superficie, forse anche a causa del cronico e monotono overload informativo al quale siamo sottoposti dalle dimensioni oramai notevoli del Web.

Uno dei rischi attuali del Web è che, per una serie di motivi, tra i quali la facilità di aggiornare frequentemente le pubblicazioni on-line (rendendole così anche immediatamente vecchie e deja vu), la smania di novità degli utenti è ormai tale da indurre gli sviluppatori alla mutazione rapida e indiscriminata del "panorama Web"; tutto ciò spesso investe anche le modalità di fruizione (ad es. l'uso improrio della tecnologia Flash, della navigazione in Virtual Reality, etc.) e lo fa ad una velocità spesso superiore a quella di adattamento di gran parte degli utenti-navigatori.

Inoltre, mancando anche delle professionalità adeguate, è difficile trovare un numero di creativi in grado di alimentare il sistema Web. C'è carenza di creativi di idee, di stimoli, non di navigazioni fantasiose e totalmente contro i più banali principi della web usability. Se a questo si aggiunge che anche un'idea buona, sul Web, ha comunque una scadenza rapida e necessita di ulteriori ravvivamenti da parte del "fuoco creativo"........

Giorgio Cognigni

 
 

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